‘’Questo libro è per chi sbaglia sempre l’ora di partenza e si trova in coda a guardare nelle altre macchine, per chi conserva in un libro la lettera d’amore di uno sconosciuto, per chi ama il profumo della pioggia in estate e per chi vorrebbe credere al destino ma si deve preoccupare di limitare i danni del futuro prossimo.’’

Pascal, Pierre, Lola, Ingrid, Julie Martinez e Tia Sonora.

Il rapimento di una ragazzina e la disperazione dei suoi genitori.

Il caldo atroce di un’estate terribile che segnerà l’esistenza di tutti i personaggi.

L’autostrada, il luogo dove tutto avviene. O forse meglio dire  non-luogo?

Pascal lavora in un autogrill. Ha perso l’udito dopo un grave incidente, ha una grossa cicatrice sul cranio e non potrà più avere rapporti sessuali. Non è malvagio, ha bisogno di affetto, come tutti noi, e pensa di trovarlo nelle ragazzine che rapisce e poi dissolve nell’acido.

Pierre e Ingrid sei mesi prima hanno perso la propria figlia in autostrada. Sanno che non la ritroveranno più, è il loro istinto di genitori a dirglielo. Ingrid diventa un corpo senza anima, senza desideri, rinchiusa dentro casa. Pierre cerca vendetta, per tutti e due. Vive in macchina in autostrada e vorrebbe uccidere colui che ha fatto del male a sua figlia.

E poi c’è la transessuale Lola, dalla bontà infinita, Tìa Sonora e il racconto della sua vita difficile, entrambe legate a questa terribile storia e infine Julie Martinez il capitano della polizia.

Quando leggiamo un libro, o vediamo un film, siamo abituati a distinguere in buoni e cattivi, in giusto e sbagliato, quando dovremmo conoscere l’animo umano, quando dovremmo sapere che non c’è mai un solo lato della medaglia, che il buono e il cattivo non possono essere separati, altrimenti avremmo corpi senza forma. L’eleganza di questo noir sta proprio in questo, nel non etichettare banalmente i personaggi. Il rapitore non è cattivo, è incredibilmente solo, maltrattato al lavoro, considerato un disabile.

Pierre è ferito. Anche lui come Pascal è una persona ormai distrutta. Pretende di fare giustizia. Ma la giustizia non coincide mai con la vendetta.

Non è il diavolo il male del mondo, ma chi allora?  L’uomo. La sua totale mancanza di empatia.Un racconto disilluso e arido in grado di trafiggerti come un coltello, di ferirti. Ma se durante la lettura, sei in grado di provare empatia, di non giudicare con durezza, allora forse puoi ancora salvarti.

Curiosità:

  • Il titolo originale dell’opera è Derrière les panneaux, il y a des hommes.
  • Con La Metà del Diavolo l’autore  ha vinto il Grand Prix de Littérature Policière nel 2015.

2 pensieri riguardo “La Metà del Diavolo di Joseph Incardona[1/100]

  1. Bellissima… semplicemente leggendo questa recensione hai scaturito in me la voglia di leggerlo! La tua sintesi non è mai banale, non si ferma al contenuto ma va oltre cercando di cogliere quegli aspetti che più potrebbero interessare! Bravissima!

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